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Marta, dalla dipendenza alla libertà: termina il suo percorso alla Casa di Angela

Stamane Marta ha fatto il discorso davanti al gruppo. Marta, la chiamiamo così per preservarne la privacy, è ad un passo dalla fine del percorso alla “Casa di Angela”. Le sue compagne, la psicoterapeuta Betty e gli educatori che l’hanno seguita, Mirko e Simone, si sono riuniti per ascoltare le sue riflessioni e trasmetterle, ancora una volta, il loro affetto e il loro sostegno. Quando è arrivata in comunità, Marta pesava 35 chilogrammi; era reduce da una grave dipendenza da crack culminata in una profonda depressione. Per ritrovarsi ha impiegato 18 mesi, vincendo soprattutto la nostalgia per la lontananza dei suoi due figli piccoli.

Marta, presa di spalle, legge il suo intervento in comunità

Marta, durante il percorso, si è resa conto di come la negazione delle cose che non riusciva a fare fosse un tratto dominante del suo carattere, perché per tutta la vita ha sempre cercato di nascondere le sue debolezze nel timore del giudizio degli altri.

Ringrazia Betty, Naila, Fernando, Mirko e gli altri operatori che l’hanno aiutata a tirare fuori le sue fragilità senza vergognarsene. Ringrazia Casa Emmaus per non averla lasciata mai da sola. Ora l’aspettano i suoi figli, un nuovo lavoro in un resort e un nuovo inizio.

Buona vita, Marta!

(testo a cura di Luca Mirarchi)

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